Friday, April 08, 2016

ILMIOLIBRO - Profilo di giacinto plex - 325808

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ONTOLOGIA




L’essere intraprende da sé fondamenta dell’essere nell’essere da sé crea già evento esserci spaziale'intenzionalità È crea in sé là fenoumenx.

È in sé dell’essere crea essere-già crea da sé spazio si crea

È latenza. L'adattamento consiste nel rapportarsi del soggetto sociale all'ambiente in modo da ricavarne le risorse di cui ha bisogno, e più in generale nel mediare le proprie esigenze con l'ambiente: «l’azione – sostiene in merito Parsons - diventa un processo di adattamento razionale a queste condizioni» . 


Il conseguimento di scopi consiste nell'elaborazione e nella messa in atto di strategie mirate di condotta, volte alla conquista di determinati obiettivi . L'integrazione consiste in un'opera di tutela e difesa del sistema, attraverso il controllo dello "stato" dei suoi vari componenti e di un loro appropriato coordinamento. La latenza allude infine alla funzione, o alla necessità, che il sistema abbia una sorta di riserva di energia o di motivazione in grado di alimentare i componenti del sistema stesso nell'espletamento dei loro compiti. La caratteristica di fondo della società è per Parsons di tendere alla costituzione e alla salvaguardia di una situazione di equilibrio, un'azione di solidarietà per il mantenimento dello status quo.




Quello che emerge dalla relazione con altri individui (oggetti sociali) viene a costituirsi come individuo, che però necessita di un altro prerequisito per la formazione della sua personalità, ossia un orientamento normativo. Pur premendo sull'aspetto dell'azione, Parsons tira in ballo un sistema simbolico (chiamato cultura) di riferimento: occorre cioè che l'individuo interiorizzi i modelli valoriali sottesi a qualunque relazione sociale per poter agire in essa, poiché «relazione con le rispettive situazioni, inclusive di ogni altra situazione, è definita e mediata – secondo Parsons - nei termini di un sistema di simboli culturalmente strutturati e condivisi» . In questo senso il sistema della personalità è in rapporto di interdipendenza con il sistema sociale (relazione sociale) e con il sistema culturale (orientamento normativo). Senza questa interdipendenza non esisterebbe il sistema della personalità, definita da Parsons come «la totalità degli atti elementari osservabili, descritti nel loro contesto di relazione ad un singolo attore» .




Infatti l'individuo, per la teoria dell'azione, esiste solo se esistono le condizioni sociali, simboliche, morali, comunicazionali (quindi relazionali) capaci di trasformare le premesse biologiche in una realtà sui generis: la personalità. Lasciato da solo l'individuo rimarrebbe solamente col suo corpo senza evolversi verso un livello superiore, rappresentato dall'acquisizione della personalità incontrata con l'azione sociale, la quale però rientra in una cornice normativa che funge da riferimento all'azione stessa. Sono le regole sociali che definiscono ciò che siamo: «esse – afferma Parsons - non soltanto regolano la scelta, da parte dell’individuo, dei mezzi adeguati ai suoi fini, ma persino i suoi bisogni e i suoi desideri ne sono in parte determinati» .




L’uomo non risulta completamente annullato nella visione di Parsons, poiché egli ha modo di affermare che «fenomeni, cose ed eventi come appaiono dal punto di vista dell’attore la cui azione è oggetto dell’analisi» sono ciò che conta per noi. Ma non si limita a parlare di raziocinio, e affronta anche la questione della fisicità: «il corpo – prosegue Parsons - costituisce per l’attore una parte della situazione dell’azione, non diversamente dall’"ambiente esterno"» . Mentre per Parsons il corpo sarebbe una parte dell’azione, per Archer esso è la base su cui si costruisce la stessa azione, poiché se non fossimo un corpo verrebbe a mancare non solamente la base materiale per costituirci in quanto esseri umani, ma anche la stessa consapevolezza di noi non ci sarebbe. Equiparare il corpo all’ambiente esterno lo rende un oggetto, un qualcosa su cui sarebbe possibile agire deliberatamente, o semplicemente uno tra i fattori da tenere in considerazione quando si parla dell’azione, invece che assegnargli la giusta posizione che dovrebbe occupare. Con l’ambiente esterno ci confrontiamo, ci relazioniamo con esso, ma non con il corpo, poiché noi siamo un corpo, non ci relazioniamo ma lo "sentiamo"; non si tratta solamente di un tramite, di un mezzo per arrivare a qualcosa, ma lo viviamo come ciò che siamo.




Il concetto di ruolo (il posto rivestito da ognuno in seno alla società) è significativo in quanto, secondo Parsons, attraverso di esso si dà per scontato che esistano le condizioni socio-culturali di formazione della personalità. Il ruolo, «processo di socializzazione che concerne – in Parsons - l’acquisizione dei modelli di orientamento di valore» , è fondato sull'orientamento normativo, su modelli di valore che possono essere istituzionalizzati nel sistema sociale ed interiorizzati nel sistema della personalità attraverso la socializzazione, tornando qui nuovamente sull'aspetto attivo del raggiungimento di una identità tramite un agire. Per questi motivi si può parlare di una individualità costituita attraverso l'appartenenza socio-culturale .




L'orientamento normativo assume una rilevanza fondamentale in quanto è sulla base di un sistema di valori di riferimento che il soggetto, confrontandosi socialmente, può riconoscersi in quanto individuo, personalità. L'orientamento normativo esprime quindi l'importanza dell'appartenenza sociale per la costituzione dell'identità.




L'individuo (la "parte") viene cioè considerato come appartenente ad un determinato contesto socio-culturale in cui si identifica (il "tutto"). In questo senso l'individuo (parte) si forma attraverso un processo di distinzione/assimilazione rispetto agli altri (altre parti) siano questi individui o gruppi. Non si ritiene che l'individuo si realizzi da sé ma che abbia bisogno di tutta una serie di rapporti in cui egli si immerge con il suo agire. La capacità di agire attivamente e consapevolmente è ridotta al lumicino in Parsons, per il quale il compito della sociologia è quello di «analizzare i processi oggettivi che si può pensare influenzino l’azione, agendo sull’attore senza che egli sia consapevole di ciò che sta "realmente" accadendo» . Nella sua visione esisterebbero quindi regole oggettive, e quindi valide per ognuno di noi, che si applicano su individui inconsapevoli di quanto sta loro accadendo, negando in tale modo la responsabilità e la possibilità stessa di un agire legato alla nostra decisione.




Attraverso la cultura, in Parsons, il sistema sociale "mette-in-forma" l'individuo, cioè gli fornisce quelle informazioni necessarie per costituirsi, e grazie al concetto di senso si esprime la possibilità di un legame co-costitutivo tra individuo e società, tra sistema sociale e sistema della personalità. Senso e orientamento normativo sono quindi condizioni necessarie per pensare ad una individualità che si costituisce nella inter-azione sociale, nell'appartenenza sociale. Solo in quanto agisce in base al senso, o in base all'orientamento normativo, l'individuo può essere inteso come parte di un tutto.




Attraverso la socializzazione, secondo Parsons, l'individuo adegua la sua autoimmagine al posto che occupa nella società. La socializzazione è sempre socializzazione ad un ruolo che implica una componente normativa istituzionalizzata nella società e interiorizzata dall'individuo.




Ritenendo che la struttura sia determinante di ogni comportamento umano e che sia impossibile sfuggire al suo volere, si è giunti a quella che Archer definisce "conflazione verso il basso", ossia ad un appiattimento dell'uomo sulla società che gli direbbe cosa fare e come farlo, togliendo in tal modo ogni valore alle scelte umane e ad un decidere per proprio conto. Sull'altro versante si è assistito ad una eccessiva elevazione delle capacità umane, come se ognuno potesse fare ciò che vuole con l'ambiente che lo circonda, disconoscendo in questo caso l'esistenza di una resistenza da parte della struttura, che invece c'è e si fa sentire. Questo errore di visione è la "conflazione verso l'alto". Infine, altra scappatoia non meno dannosa, è la "conflazione centrale", in cui si evita direttamente il problema, facendo di individuo e struttura due facce della stessa medaglia, in modo da non poter neanche rilevarne i caratteri, ma chiudendosi in un circolo che alla fine non spiega niente, cadendo nell'autoreferenzialità. Da qui la necessità di rivedere l'approccio nei confronti dell'agire, per giungere a capire come effettivamente esso avvenga, senza nulla togliere agli elementi in ballo.




All'interno della Gestalt più di una figura ha ritenuto importante evidenziare il rapporto tra individuo e struttura, ritenendo tale r


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